Commenti di poesia: Un ricordo

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07 gennaio, 2007

Un ricordo

Ella teneva a terra gli occhi fissi.
Nel silenzio incredibile i minuti
pareano aprire smisurati abissi.

Oh se per sempre, sotto un improvviso
colpo, fossimo noi rimasti muti!
Lenta mi sollevò quelli occhi al viso.

Ancora la convulsa bocca esangue
vedo. Le prime sue parole, rare,
cadono come gocciole di sangue
da piaga che incominci a sanguinare.

(Gabriele D'Annunzio, Poema Paradisiaco, 1893)

Ricordare significa richiamare col cuore. Ed ecco allora il ricordo accorato del poeta che incontra una donna, non ancora del tutto divenuta fantasma del passato.
All'inizio c'è uno stato di sospensione, destato dalla timidezza di lei, che tiene gli occhi abbassati. Sembra il silenzio degli innamorati, quel rossore dell'anima che non ha bisogno di parole, quel minuto che resta per sempre immerso nella mente e che pare durare un'eternità. Si apre un mondo dentro questo mutismo, un mondo fatto di immaginazione infinita e di mistero: abissi imperscrutabili, retti sull'invisibilità, la fuggevolezza dello sguardo.

Poi, tutto finisce: per rompere l'incantesimo basta uno sguardo. La chiarezza, la verità degli occhi spezzano il mistero. Il moto è lento, ma il gioco degli occhi è decisivo: la trama è rotta, il mondo cambia colore, lo spirito ridiventa carne: ed ecco le parole, come sangue dalle ferite, la negazione dell'amore, ciò che era sospeso si delinea come un rifiuto.

Poesia di immagini, in sostanza, quasi un inquadratura da film: due personaggi, faccia a faccia. Lei, bellissima, lascia lui in sospeso, lui, innamorato preferirebbe la morte, un improvviso colpo, ad una negazione. Ma bastano già gli occhi di lei a dire tutto, e poi primo piano sulla bocca, che ancora deve cominciare a parlare, ma nonostante questo è rivestita di una certa freddezza che la fa apparire convulsa ed esangue. Dal vedere al sentire, la situazione precipita: le parole al rallentatore, cadono una ad una, ogni sillaba diviene per il poeta goccia di sangue, brucia come una ferita ancora aperta che ancora non si sutura e si perpetua nel ricordo.

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