Commenti di poesia: X Agosto

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12 agosto, 2006

X Agosto


San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

(Giovanni Pascoli, Myricae, 1891, 1903)

Tutta la poesia ruota intorno all’analogia tra la rondine e il padre di Pascoli. Un inizio tra stupore e meraviglia: notte magica, il nome di un santo, le stelle che attraversano un cielo placido. Ma in realtà si tratta di un pianto di morte: la rondine è stata uccisa. Non c’è un colpevole, semplicemente un accadimento. E con essa muore l’insetto, muoiono i rondinini, muore un po’ anche il cielo, che sotto l’impressione di tranquilla indifferenza si rompe in un gran lacrimare.

Ma ecco l’uomo, soggetto alla stessa sorte. Lo differenzia la parola: “Perdono”, ma non serve certo a salvarlo. Due bambole tra le mani: non un sostentamento necessario come il verme della rondine, ma un simbolo di umanità e di affetto, due giochi che nessuno riceverà.

Nel padre che cade, nella rondine che giace crocifissa tra i rovi, c’è tutta la sofferenza di chi parte. Nei nidi abbandonati, nell’attesa vana del ritorno, c’è tutto il dolore di chi resta.

Microcosmi di esistenze assurte a valore universale, su quello che è poco meno di un atomo disperso nello spazio. Ma persino il cielo, distaccato e lontano, sembra piangere, senza riuscire a schiarire, con quel riversarsi di stelle, l’opacità inspiegabile del male.

Dovessi dare una definizione di questi versi, userei la parola “distanze”, una poesia di “distanze”. Sotto un cielo che tutto sembra avvolgere nella sua concavità, assistiamo a ritorni interrotti, percorsi in conclusi che sembrano fare deviare persino il cielo, che diventa più lontano della casa romita, del nido nell’ombra. E mentre in terra tutto si fa stasi, e l’uomo ucciso non è altro che una bambola tra le bambole, il cielo si proietta ancor più su, si distanzia nella sua immortalità serena. Poi di nuovo il pianto, meraviglia inspiegabile ed inspiegata, a chiudere un circolo ormai dilatato, perso nell’infinito che vanamente additiamo.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Io amo visceralmente questa poesia. Mia madre me la leggeva quando ero bambino, da un'antologia di poesie, insieme a "La cavalla storna".
Da quando, qualche anno fa, l'ho riscoperta.. mi vengono le lacrime ogni volta che la rileggo.

Bel blog. :)

Anonimo ha detto...

Che dire.. semplicemente stupenda, è la mia poesia preferita ed anche io ogni volta che la leggo non riesco a trattenere le lacrime.
E' davvero una poesia toccante ed incredibilmente bella...

Sara.

Anonimo ha detto...

Personalmente, la poesia più bella di uno dei più grandi poeti italiani di sempre. Mi scuote talmente l'animo che non posso proferire altre parole su di essa.

Anonimo ha detto...

sisi certo ... xk fa piangere sta poesia

Anonimo ha detto...

nn fa piangere t fa sciogliere dalla noia!!

Anonimo ha detto...

ci sono persone che si commuovono facilmente, ed altre a cui ci vuole più tempo, ma se il lettore entra con la mente nella poesia stessa, si rende conto di quanto sia drammatica ed allo stesso tempo affascinante. chi si annoia, è perchè l'ha solo letta per leggerla, e non si è impersonato. questa poesia è semplicemente stupenda, anche perchè risveglia i nostri cuori addormentati ed assopiti!

Anonimo ha detto...

ke grande vaccata

Anonimo ha detto...

ho scoperto questa poesia facendo un test per un concorso pubblico.
mi sono appassionato. la composizione è coinvolgente.
ciao

Anonimo ha detto...

Magnifica. Mi dispiace per chi non apprezza, ma purtroppo non è colpa del Pascoli se il dolore, la nostalgia, il ricordo sereno, l'amore talvolta sfuggono ai cuori un poco sordi.

Anonimo ha detto...

la poesia tratta del male che esiste qui su questa terra; male assoluto perchè distrugge il bene assoluto quello che alimenta e fa vivere e gioire nel proprio nido ogni creatura.

Anonimo ha detto...

Penso che quel signore che usa ul linguaggio da trivio dovrebbe aver pure il coraggio di vergognarsi di se stesso.

Anonimo ha detto...

canta una poesia ebraica: quando gli angeli piangono in cielo, vuol dire che sulla terra c'è ancora più tristezza.

Anonimo ha detto...

grande densità interiore del Pascoli che tra le strettissime maglie del dramma che coinvolse lui e la sua famiglia trova uno spazio per il perdono dell' omicida.

fraco ha detto...

ma avete una vita sociale??

Anonimo ha detto...

nel culo <3

ciao :*

Anonimo ha detto...

mi fa schifo

Anonimo ha detto...

Stupenda!! :)